Vittorio Morelli
Vittorio Morelli nasce ad Ancona nel 1886. Il padre sostiene lo straordinario talento artistico del figlio consentendogli, a 14 anni, di studiare presso l’Istituto di Belle Arti di Urbino. A 17 anni, Morelli ottiene il diploma di insegnante di disegno. Nel 1905 si reca a Roma per completare la formazione artistica e realizza il busto in bronzo del senatore Michele Fazioli: è la sua prima committenza pubblica. Scultore, disegnatore, architetto di formazione classicistica, Morelli lavora instancabilmente per tutta la vita, sempre fedele al suo intenso amore per il lavoro d’artista.
Dopo la morte del padre, torna ad Ancona nel 1907. Nel 1908, riceve dal Municipio di Ancona il delicato incarico di restaurare e trasferire in piazza Roma la settecentesca Fontana dei Cavalli. Morelli torna poi a Roma nel 1910 per lavorare al fregio dell’Altare della Patria con lo scultore Angelo Zanelli. Nel 1911 rientra definitivamente ad Ancona e si sposa con Margherita Garelli, che gli dà due figli. Tra il 1911 e il 1913 realizza decorazioni scultoree e architettoniche di diversi edifici cittadini e alcuni busti, come quello in bronzo a Carlo Maratta, inaugurato a Camerano nel 1914 in occasione del bicentenario della morte del pittore.
Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, è arruolato e trasferito al fronte. La guerra e i lutti della sua amata città lo segnano profondamente: è da questo stato d’animo che nascono un fregio ai caduti del bombardamento su Ancona del 24 maggio 1915, molte edicole funerarie, il bozzetto della Pietà e i tanti disegni che la ripropongono. Nel 1921, dopo l’incendio nella Santa Casa di Loreto, l’architetto anconetano Guido Cirilli commissiona a Morelli la realizzazione delle statue in argento di san Giuseppe e sant’Anna.
Nel 1923 partecipa con un progetto al Concorso per il Monumento ai Caduti, da erigersi in Ancona al termine del nuovo Viale della Vittoria. Nel 1925 è ammesso al Concorso di secondo grado e riprende il progetto con rinnovato entusiasmo, elaborando una soluzione di più ampio respiro rispetto a quella originale, ma la realizzazione è affidata a Cirilli nel 1926.
In questi anni l’artista aderisce al fascismo, ma ne condivide solo la proclamata tutela e valorizzazione dell’arte, della cultura e dell’identità nazionali. Negli anni ‘30 è impegnato in importanti collaborazioni in diverse città d’Italia e continua a lavorare ad Ancona: progetta, senza seguito, il restauro del Palazzo del Senato (1932), allestisce le prime due edizioni della Fiera della Pesca (1933-34), decora molte facciate di edifici cittadini. Nel 1935, Morelli prende spesso posizioni contrastanti rispetto ai progetti architettonici e urbanistici per la nuova Ancona, proponendo soluzioni alternative.
Nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale, è richiamato alle armi. Trascorre 18 mesi di prigionia ad Algeri trovando conforto nella sua arte. Rientra in patria nel 1946, quando la sua Ancona è in gran parte distrutta. Per la ricostruzione, Morelli ripropone pubblicamente i progetti urbanistici già formulati da tempo, quelli che definisce con amarezza “sogni”, ma nessuno di quelli, ai quali lavora tutta la vita, sarà mai accolto e realizzato.
Pur non riuscendo a plasmare la nuova Ancona che sogna, si mette umilmente al servizio dei necessari restauri dei monumenti martoriati che tanto ama. Nel 1947 ricompone la statua di Clemente XII, ridotta a un cumulo di frammenti dopo la guerra. Esegue il secondo restauro della Fontana dei Cavalli e realizza altri interventi in diverse costruzioni urbane. A committenze sia private che pubbliche è legata la rimanente produzione artistica: ritratti, tombe di famiglia, busti per le scuole o per i nuovi edifici pubblici e piazze cittadine. Tra tutti, emerge il Monumento a Pinocchio di Ancona, inaugurato nel 1954.
Nonostante le molte delusioni e i lutti, i “sogni” di Morelli continuano. Il suo ultimo progetto visionario è quello di trasferire l’Arco di Traiano dal suo antico sito per collocarlo in mezzo allo specchio portuale.
Morelli muore ad Ancona nel 1968.